Università degli Studi "La Sapienza" - Roma

 


Acquisizione collezione di 30 dipinti.

In questo tempo di stringente attualità sulle complicazioni sanitarie nella società dovute ad un agente virale, trenta dei dipinti già esposti in occasione della V edizione di ROME ART WEEK (ottobre 2020) in una mostra personale dal titolo “Virulenze pittoriche – il virus secondo Michele ROSA“ – sono stati acquisiti dalla Università “La Sapienza”, facoltà di Farmacia e Medicina. Una collezione di dipinti di Michele ROSA la quale – ora più che mai – assume un alto valore simbolico.

Saranno esposti nei Dipartimenti scientifici nell’ambito dell’Università La Sapienza che si sono occupati di Virologia, Malattie Infettive e gli Istituti afferenti alla ricerca in tali campi. L’acquisizione si è realizzata poiché sin dal 2009 l’autore, attraverso personali metodi narrativi e artistici, si era occupato di portare all’attenzione del pubblico ciò che poteva negativamente produrre la diffusione di agenti patogeni come virus e batteri.


Perché ho dipinto i Virus
Torno con la mente agli angoscianti lunghi mesi di isolamento domestico dello scorso anno causato dalla pandemia da Sars-CoV2. La segregazione forzata del cosiddetto lockdown mi ha portato a ricordare che almeno 11 anni prima (2008-2009) avevo dipinto una serie di tele nelle quali illustravo i virus come elementi del ciclo della vita.
In questi termini concludevo un commento su quei dipinti: “…Virus che tuttavia rappresentano il calmieratore di falsi miti, ammortizzatore di smisurate ambizioni materialiste, in una Terra sulla quale sembra non esserci più posto alcuno per l’uomo quale soggetto responsabile di atti eccessivi, di presuntuose alzate di testa contro la Natura e contro se stesso. L’umano imbizzarrito che si allontana […è…] fiaccato dal Garante dell’equilibrio universale nel quale i virus giocano da contraltare alle irriguardose azioni della collettività insolente”1.
Il soggetto dei virus a posteriori sembra un presentimento che ebbi modo di illustrare in termini programmatici e pittorici già a partire da quegli anni. A distanza di circa un decennio la recente pandemia mi ha riportato a pensare a quel ciclo per tornare a fronteggiare con i pennelli – le sole armi che mi autorizzo a brandire – la più grande tragedia dai tempi dell’ultima guerra. Ho così ritrovato una nuova forte spinta che ha fissato su tela colori forti e stridenti, come ad urlare al mondo ciò che questa catastrofe ci porta a riflettere.
Attraverso la serie di dipinti sui virus di più recente produzione (nel lungo e buio 2020) propongo immagini pittoriche che evocano figure ultra-microscopiche con le quali tendo a esorcizzare le forze pandemiche che troppo a lungo ci sono sembrate schiaccianti. I dipinti saturi di colori scuotenti, quasi violenti, gridano all’umanità le numerose vittime, specialmente gli anziani già compromessi che hanno desolatamente incontrato la fine nella solitudine più triste. Quel numero ingente di persone che, miracolosamente sopravvissuto a eventi catastrofici del passato come guerre e terremoti, è ora avvolto nel silenzio eterno dopo il dolore vissuto e quello lasciato ai propri cari.
Le tele prodotte sono figlie del valore di tutti coloro che nella Sanità hanno combattuto un nemico subdolo perché invisibile, pericoloso perché mortale, e inizialmente quasi sconosciuto anche alla scienza. Portare l’attenzione del pubblico sulla fatica, il sacrificio di tante donne e uomini generosamente impegnati a ricoprire ruoli enormemente più grandi di loro, mi è sembrato naturale. Donne e uomini resi anonimi da maschere e che – quasi “a mani nude” malgrado i guanti calzati – hanno contrastato come hanno potuto il pericolo e la malattia.
La responsabilità più grande è tuttavia capitata alle operatrici e agli operatori della scienza che silenziosamente e incessantemente hanno lavorato notte e giorno al chiuso dei laboratori. Stretti da una crescente pressione dettata dal montante numero di vittime. Fra mille iniziali insuccessi chissà quanti di loro sono tornati nel silenzio delle biblioteche, degli studi, per ritrovare la spinta necessaria a riprovare nel laboratorio. Al prezzo di molte vittime e grazie ai mezzi della scienza, il silenzioso lavoro dei ricercatori, degli immunologi, degli epidemiologi, degli anatomo-patologie, dei microbiologi, dei tecnobiologi, dei medici, insieme alle delusioni che così a lungo hanno prevalso, prendono voce nell’arte visiva. Con questi colori esprimo la volontà di alzare un omaggio a chi merita gratitudine, nell’auspicio che la fine dell’incubo che viviamo sia solamente una questione di tempo.

12 gennaio 2021                                                                                                                                            Michele ROSA


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